STORIA DEL CAPITALISMO ITALIANO 2010
DAL DOPOGUERRA AD OGGI
Di: FABRIZIO BARCA (CURATORE)
Collana: Virgolette
Abstract
Esistono dei «caratteri originari» del nostro capitalismo? E quali sono? Somigliano piuttosto a dei «peccati originali»? E qual è la specificità dell’Italia nel raffronto con altri casi di sviluppo? E ancora: è una storia compatta e omogenea quella che qui si vuole raccontare, o nel corso di cinquant’anni sono intervenute modificazioni e fratture tali da trasformare il modello di partenza? L’analisi degli studiosi presentata nel volume parte dal secondo dopoguerra. È in quella fase che si presenta l’opportunità di un disegno di vasta portata per una nuova regolamentazione dei mercati. È quello il momento in cui si cerca di superare i vincoli e le asfissie ereditati dal passato: la debolezza della nostra borghesia imprenditrice, la specificità di un capitalismo che ha cominciato a vedere in funzione preminente lo Stato tra i soggetti proprietari; e lo si fa puntando soprattutto su strumenti «straordinari». Le regole del gioco, i soggetti interlocutori, gli assetti di potere, il predominio di famiglie e di gruppi, cristallizzatisi in quegli anni, segnano in modo significativo tutto il resto della parabola. Sarà soltanto sul finire degli anni ottanta, con molte resistenze e sotto la spinta dell’integrazione europea, della globalizzazione dei mercati e degli stessi costi delle scelte compiute, che si avvieranno processi di revisione in grado di porre in discussione i precedenti assetti. Ma è una transizione faticosa e difficile da identificare, e su cui l’insieme di questi saggi contribuisce a gettare nuova luce.