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La giurisprudenza amministrativa degli ultimi anni, assecondando istanze già presenti in altri rami dell’ordinamento, impiega in modo sempre più ricorrente l’argomento dell’abuso del processo. Dopo un’analisi critica in chiave interdisciplinare, oltre che comparata, si delinea il passaggio dall’abuso del diritto all’abuso del processo, e si esamina l’attuale idea del processo come servizio pubblico. Lo studio sull’abuso del processo amministrativo è strutturato in due parti. Si evidenzia la progressiva rilevanza del principio di buona fede nel diritto pubblico, e la sua espansione in campo processuale. Si ripercorrono, in tale contesto, taluni tradizionali problemi, da (ri)considerare oggi alla luce del c.p.a. Infine ci si concentra sull’impiego, talora poco sorvegliato, dell’argomento dell’abuso nella giurisprudenza, in particolare nell’esegesi degli artt. 9 e 30, comma 3, c.p.a. Si tenta di dimostrare come il riferimento all’abuso oscilli fra il mero argomento retorico/rafforzativo, e la ben più dirompente disapplicazione della regola processuale, propendendosi per sanzioni che vadano eventualmente a colpire il comportamento della parte (o del suo difensore) piuttosto che l’atto processuale.
L’AUTORE
Giuseppe Tropea (1975) è professore associato di Diritto amministrativo presso il Dipartimento di Giurisprudenza ed Economia dell’Università “Mediterranea” di Reggio Calabria. Nella “Tornata 2012” della Abilitazione scientifica nazionale ha conseguito l’idoneità a professore di prima fascia. Ha pubblicato, in questa collana, altre due monografie: Il ricorso incidentale nel processo amministrativo (2007); Sicurezza e sussidiarietà. Premesse per uno studio sui rapporti tra sicurezza pubblica e democrazia amministrativa (2010).
