Lezioni dei magistrati della Corte suprema italiana
La seconda edizione di un libro è di solito indice del suo successo.
Nel nostro caso però non sarebbe potuto accadere diversamente perché ci troviamo di fronte a un dialogo tra generazioni, giudici che “parlano” ad altri giudici, in un’aula virtuale dove si costruisce un nuovo sapere con un patrimonio di esperienze che dona la propria forza fecondante a un futuro che cresce.
Sulla cattedra di quest’aula non salgono professori inclini a illustrare dottrine e astratte prospettive teoriche, ma magistrati che hanno maturato la concreta consapevolezza che nasce dal confronto quotidiano con problemi reali che attendono soluzioni definitive. Un’ulteriore peculiarità è che sono magistrati sia i docenti che i discenti, anch’essi ricchi di esperienze coltivate in ambiti che, per la maggiore vicinanza ai dubbi che affida ad essi la domanda di giustizia, potrebbero dirsi pervasi anche da maggiori vibrazioni interiori.
Qui si tratta di salire un gradino che conduce a un piano dove l’aria è più rarefatta, ma non per questo più lontana dalla realtà del mondo.
GIORGIO SANTACROCE