L’ermeneusi delle “specie” di obbligazione previste nel Capo VII, Titolo I del Libro IV del codice civile non sembra agevole né sotto il profilo della ratio e dei criteri di classificazione, né rispetto al meccanismo seguito per la loro selezione e collocazione in sequenza. Nel capitolo I si tenta di rispondere a queste domande, considerando le specie come attrattori di una disciplina eccentrica rispetto alla complessità di settore e capace nondimeno di delineare la massima deformabilità topologica del rapporto obbligatorio a contenuto patrimoniale. Alle obbligazioni pecuniarie ed alternative sono dedicati rispettivamente il capitolo II e III: nell’uno si prospetta una visione d’insieme delle due correnti sotto-tipologie – le obbligazioni di valuta e di valore – attenta alle peculiarità della “moneta”, tra valore reale e valore ideale del denaro come medium dei beni giuridici; nell’altro si tenta di rintracciare il portato assiologico della specie, a dispetto di una utilità reale prima facie evanescente, onde giustificarne la disciplina, non omeomorfa in molti punti con quella delle obbligazioni in generale. Il IV ed il V capitolo propongono una rivisitazione del nesso sistematico tra le obbligazioni con pluralità di soggetti, sensibile agli impulsi del diritto privato europeo. Di qui la scelta di affrontare il fenomeno a partire dal modello dogmatico della “obbligazione soggettivamente complessa” ed il tentativo di condurlo a nuovi sviluppi, anche alla luce del processo di “benizzazione” in corso negli ordinamenti postmoderni. L’analisi delle singole figure muove dall’obbligazione in solido. Di essa, in particolare, si lascia affiorare l’intimo (quanto negletto) legame con la solidarietà costituzionale, riscoprendo la centralità della presunzione ex art. 1294 come via maestra per una tassonomia “flessibile” delle specie plurisoggettive, calibrata sulle forme tipiche – mediate o immediate – di estrinsecazione della comunione d’interessi. L’affrancazione dall’antica contrapposizione funzionale con le obbligazioni solidali scandisce il passaggio a quelle indivisibili, che, a loro volta, si offrono come ideale spartiacque tra due territori fecondi per l’interprete: da un canto, il versante “atipico”, scarsamente esplorato, delle obbligazioni ad attuazione congiunta; dall’altro, le obbligazioni parziarie, vero e proprio snodo silente dell’intera fenomenologia, di grande (e non sospetta) modernità.
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