La giurisprudenza degli ultimi anni e la nuova normativa sull’affido condiviso aprono in maniera decisa all’ingresso del danno non patrimoniale, con particolare riferimento all’esistenziale nel diritto di famiglia.
Oltre allo strumentario delle tutele offerte dal Libro del Codice dedicato alla famiglia, il danno non patrimoniale può essere considerato ‘il giusto completamento’, affiancandosi, nel caso di situazioni particolarmente conflittuali che comportano la separazione, il divorzio, l’invalidità del matrimonio.
Oggi è ben possibile chiedere il risarcimento del danno non patrimoniale (sia biologico, che morale, che esistenziale) a latere di un giudizio di separazione, divorzio, invalidità del matrimonio (danni endofamiliari).
Oggetto di analisi approfondita saranno altresì i danni “provenienti dall’esterno”, i c.d. esofamiliari, ossia in primis i danni da morte e tutti quelli che direttamente o indirettamente incidono, oltre che sulla vittima principale, sui congiunti e sulla famiglia stessa (dalla invalidità alla violenza sessuale, alla bocciatura illegittima, etc).
La famiglia e la responsabilità civile, entrambe profondamente e intrinsecamente segnate dalla trasformazione del costume e dei rapporti tra persona e collettività, a seguito di interventi giurisprudenziali, sempre più incisivi, hanno sempre più spesso punti di contatto e spesso il risarcimento del danno non patrimoniale sopperisce o si affianca agli ‘strumenti di tutela’ propri del diritto di famiglia.
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